I Gioielli | |
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Geniale e poliedrica, sfaccettata, controversa ed eccentrica, la celeberrima figura di artista e di uomo di Salvador Dalì si pone fra le più significative, discusse e complete del Novecento. Inquieto sperimentatore di linguaggi espressivi, ambiti e tecniche diversi, provocatore ed estremista, alchimista, narciso, Dalì, come un autentico artista rinascimentale, non ha esitato a percorrere nuovi e apparentemente distanti fra loro. Infatti egli afferma: "La mia arte comprende fisica, matematica, architettura, scienza nucleare, psico-nucleare, mistico-nucleare e gioielleria, non soltanto pittura". |
Nel 1940, quando l' artista catalano è già all' apice della sua fama negli States, associatosi con due gioiellieri newyorkesi, Ertman e Alemany, disegna una serie di pezzi prodotti in seguito fra il 1941 e il 1958 e finanziati dalla Fondazione Catherwood Bryn Mawr. |
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Nel 1958, la Owen Cheatam Foundation acquista la intera collezione, e con la acquisizione di ulteriori realizzazioni, la amplia fino al 1970. Inizia così una serie di mostre ed eventi espositivi in tutto il mondo, culminati con quella tenutasi a Figueres, nell' agosto e nel settembre 1973, l' anno precedente alla apertura del Museo Dalì. Nel 1946 la raccolta si arricchisce della "Collana coreografica", l' anno successivo del "Calice della Vita". L' intera collezione diviene quindi proprietà del magnate saudita Aktam Ojek nel 1981, e affidato alla Fondazione, la TAG Oeuvres d' Art, S.A.. Nel giugno '99 la collezione entra in possesso della Fondazione Gala-Salvador Dalì e ritorna finalmente a Figueres, dove, nel 2001, viene presentata al pubblico in una hall disegnata specialmente per l' occasione. |
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Estrema è l' importanza dei gioielli nel solco della attività artistica di Dalì, un itinerario che non può essere considerato suppletivo, ma che si integra perfettamente nell' opulenta ideologia del versatile surrealista, snodandosi lungo un vasto periodo di tempo e seguendo i successivi sviluppi della sua poetica. Vi si rivelano infatti molti motivi ricorrenti, molte ossessioni dell' immaginario daliniano, come l' orologio molle, l' albero di cipresso, l' elefante dalle gambe di insetto, il riccio marino, la farfalla, il ragno. |
Motivi, alcuni di questi, che possono trarre ninfa dalla mitologia o, ancora, che evocano le figure di Cristo e della Vergine ed allegorie ed emblemi cristiani. Le prime creazioni-tra gli altri, "L' Occhio del tempo", la collana "Albero della Vita", gli "Orecchini Telefono", del 1949-si potevano portare quali monili a tutti gli effetti, mentre l' estrema produzione-"Calice della Vita", "Delfini e Sirene", "Grappoli di Immortalità" è costituita piuttosto da sculture formate con materiali preziosi. |